Giuseppe Mazzullo nacque a Graniti (ME) nel 1913. Si diplomò all’Accademia di belle arti “Pietro Vannucci” di Perugia nel 1932 e nel 1939 si trasferì a Roma per insegnare prima all’Istituto d’ Arte e dal 1959 in poi all’Accademia di Belle Arti.
Abilissimo disegnatore, coltivò sin da fanciullo la passione per la lavorazione della pietra e così, pur non disdegnando la lavorazione della creta, del bronzo o del legno, le sue sculture presero forma prevalentemente da massi recuperati nei greti dei torrenti o nelle cave.
Fu protagonista di mostre personali e collettive in tutto il mondo; partecipò a quattro edizioni della Biennale di Venezia (1950, 1952, 1954, 1966 con una sala personale presentata da Marcello Venturoli) e otto edizioni della Quadriennale di Roma (1935, 1939, 1943, 1948, 1952, 1956, 1960 con una sala personale presentata da Ferruccio Ulivi, 1972).
Durante l’occupazione nazista e nel dopoguerra, la sua casa di Via Sabazio fu un luogo d’incontro per artisti ed intellettuali di ogni indirizzo professionale, ideologico e di pensiero come, tra i tanti altri, Renato Guttuso, Pietro Consagra, Sebastian Matta, Renzo Vespignani, Roberto Melli, Cesare Zavattini, Rafael Alberti, Giuseppe Ungaretti, Vann’Antò, Stefano D’Arrigo.
A metà degli anni Settanta, dopo aver lasciato l’insegnamento all’Accademia, Mazzullo tornò definitivamente in Sicilia; alle falde dell’Etna organizzò un grande laboratorio in cui poté realizzare l’ultima fase delle sue sculture, in pietra lavica e granito, alcune di dimensioni monumentali.
Morì a Taormina nel 1988. Per la complessità e la qualità delle sue sculture è considerato una figura unica nel panorama artistico del Novecento.
(Fonte Wikipedia)
Pagina aggiornata il 14/02/2024