PATRONO DI GRANITI

Le notizie storiche su san Sebastiano sono davvero poche, ma la diffusione del suo culto ha resistito ai millenni, ed è tuttora molto vivo. Ben tre Comuni in Italia portano il suo nome (San Sebastiano al Vesuvio in Campania provincia di Napoli; San Sebastiano Curone in Piemonte provincia di Alessandria; San Sebastiano del Po in Piemonte provincia di Torino), e tanti altri lo venerano come santo patrono.

San Sebastiano fu sepolto nelle catacombe che ne hanno preso il nome. Il suo martirio avvenne sotto Diocleziano. Secondo i racconti della sua vita sarebbe stato un cavaliere valsosi dell'amicizia con l'imperatore per recare soccorso ai cristiani incarcerati e condotti al supplizio. Avrebbe fatto anche opera missionaria convertendo soldati e prigionieri. Lo stesso governatore di Roma, Cromazio e suo figlio Tiburzio, da lui convertiti, avrebbero affrontato il martirio. Tutto ciò non poteva passare inosservato a corte, tanto che Diocleziano stesso convocò Sebastiano. Inizialmente si appellò alla vecchia familiarità: Ti avevo aperto le porte del mio palazzo e spianato la strada per una promettente carriera e tu attentavi alla mia salute. Poi passò alle minacce e infine alla condanna. Venne legato al tronco di un albero, in aperta campagna, e saettato da alcuni commilitoni. 

Patronato: Atleti, Arcieri, Vigili urbani, Tappezzieri - Etimologia: Sebastiano = venerabile, dal greco - Emblema: Freccia, Palma

Martirologio Romano

San Sebastiano, martire, che, originario di Milano, venne a Roma, come riferisce sant’Ambrogio, al tempo in cui infuriavano violente persecuzioni e vi subì la passione; a Roma, pertanto, dove era giunto come ospite straniero, ebbe il domicilio della perpetua immortalità; la sua deposizione avvenne sempre a Roma ad Catacumbas in questo stesso giorno. I dati ufficiali sono scarsi su di lui, ma questo non ci impedisce di avere su di lui tante informazioni che provengono dalla felice e inscindibile combinazione tra la storia e la pietà popolare, e che così ci permette di ritrattare anche se non esattamente la realtà, almeno (e questo è il più importante) lo spirito della realtà con cui un militare cristiano, prestando il servizio militare a uno dei più sanguinosi imperatori romani, ha aiutato tantissime anime a non perdere la forza davanti alla fede, consolandole e permettendole di camminare a testa alta verso il Paradiso; si è trasferto a Roma nel 270 e ha intraprese la carriera militare intorno al 283, fino a diventare tribuno della prima coorte della guardia imperiale a Roma, stimato per la sua lealtà e intelligenza dagli imperatori Massimiano e Diocleziano, che non sospettavano fosse cristiano; inoltre, proprio lui non ha lasciato, al momento opportuno, di dichiararsi cristiano, offrendo la sua testimonianza e servendo come esempio a tanti altri seguaci di Gesù, che hanno affrontato le persecuzioni all´Era dei Martiri, come fu chiamato il periodo di persecuzione e morte dei fedeli, che veniva ordinato dal sanguinario imperatore Diocleziano.

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